La cremazione è una pratica alternativa alla tumulazione tradizionale e all’inumazione, in cui la persona defunta è trasformata in cenere. Non è solo un rito antico, ma è anche il più moderno, perché evita l’impietoso disfacimento del corpo e perché tutela le esigenze ambientali e urbanistiche di una comunità.
La Chiesa non condanna la cremazione. Oggi più che mai, lascia ai cattolici la libertà di scegliere, quando è richiesta per ragioni igieniche, economiche o sociali. Ciò che raccomanda è che si mantenga la consuetudine di seppellire le ceneri dei defunti in un cimitero. La Chiesa considera la custodia delle ceneri in un luogo sacro un’opera di misericordia corporale, che favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana.
Chi crede nella resurrezione dei corpi non deve temere la cremazione. La Chiesa cattolica ha ribadito che la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e, quindi, non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima. La cremazione fa in poche ore ciò che la natura impiega più tempo a compiere, ma per la resurrezione dei corpi non c’è alcuna differenza tra la polvere e la cenere.
L’autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà della persona defunta. Si procede solo se il defunto abbia lasciato un testamento, anche olografo (scritto a mano) o una dichiarazione autografa, dalle quali risulti la volontà a essere cremato. Oppure, se era iscritto a società, le cosiddette Socrem, che abbiano tra i propri fini la cremazione. In mancanza della disposizione testamentaria o di qualsiasi altra espressione di volontà del defunto, decide il coniuge o, in difetto, i parenti più prossimi che ne abbiano diritto.
Assolutamente no. Mater ha un sistema di qualità che tutela l’identità e l’integrità delle ceneri: ogni volta che il processo di cremazione si conclude, i resti sono raccolti in un’urna con un nome e un codice univoco, prima di procedere alla cremazione successiva. Le ceneri non sono mai, in nessun caso, mescolate con quelle di un altro defunto. Oltre che un atto deplorevole, sarebbe un reato (“Vilipendio di cadavere”), con pene fino a sei anni di reclusione.
Le ceneri sono raccolte in un’urna funeraria, sigillata e consegnata a un familiare o a un operatore delle onoranze funebri indicato dalla famiglia. La Chiesa raccomanda di seppellirle in un cimitero o in un luogo sacro, all’interno di un loculo (anche se già occupato da una salma), in una tomba di famiglia o in un ossario. La legge italiana, però, consente la custodia delle ceneri in abitazione o la loro dispersione. La dispersione delle ceneri può avvenire in luoghi deputati, come i “Giardini della memoria” dei cimiteri, o in natura: in aree libere lontano dai centri abitati, nei fiumi, nei laghi, nei mari.
Gli impianti di cremazione non inquinano. Le sostanze rilasciate nell’ambiente sono tenute sotto stretta sorveglianza, affinché restino molto al di sotto dei livelli stabiliti dalla legge. Tra l’altro, i crematori sono costruiti a debita distanza dai centri abitati e sono vincolati a eseguire una manutenzione costante. Le persone defunte sono cremate all’interno della bara usata per il trasporto e la cassa fornita per la cremazione è verniciata ad acqua, così da non rilasciare inquinanti.
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